Cleopatra

Cleopatra, un nome importante mi ha dato mia madre, un nome storico, come quelli che si davano allora, più di novant’anni fa.

Ho portato questo nome per quasi un secolo e ancora oggi mi domando come sarebbe stata la mia vita se mi fossi chiamata semplicemente Giovanna…

Mia madre mi diceva: “Sei Cleopatra, come la grande imperatrice d’Egitto, una donna coraggiosa, che ha coltivato grandi amori, grandi sogni e che è rimasta sempre giovane…”

Io non mai creduto alla giovinezza vissuta con ostentazione, l’ostentazione di sé legata al corpo giovane, all’avvenenza che appartiene all’età.

Per me è il desiderio che conta, quello mi tiene giovane… quella gioia che provo ancora oggi ad alzarmi la mattina, a coricarmi la sera piena di ricordi…di sogni…..

Nei miei sogni c’è sempre il teatro, sin da allora, quando i miei genitori mi vietavano di farlo:” Non era certo cosa da signorine perbene…”

Ora, all’età di 90 anni provo il piacere di farlo, sperimento la libertà della mia scelta, l’esperienza nuova che appartiene al corpo, al sentimento. Una nuova me.

Immagino di essere qualcun altro, lo divento, lo sono. Cammino in un bosco e respiro l’odore della terra nuda bagnata di foglie sporche, provo la sensazione di stare sotto un grande velo da sposa, colorato da tinte accese. Quasi una sposa ribelle avesse dipinto il proprio strascico la notte prima delle nozze per dar nuovo sfoggio di sé.

Cammino in un deserto raccogliendo sassi e acqua, sfido il vento e il suono notturno degli uccelli in tempesta nascondendomi tra i rami oscurati da creature imprevedibili, e…. canto. Canto… un inno alla vita in onore di un’amica lontana che ritorna, la rincontro tra le mie braccia e lei, ride di me, come faceva allora. E, di nuovo, come allora dipinge con un ramo secco il mio volto sulla sabbia incidendolo tra le onde che rallentano la corsa.

Quanti ricordi si mescolano nelle mie immagini, e più immagino più i volti del teatro diventano realtà e vivo con gli occhi ancora aperti al domani che mi aspetta.

Marilisa Calò

2008